Introduzione al mondo dei tessuti
Parliamo un po’ di tessuti. Conoscere il modo in cui sono fabbricati e le loro caratteristiche può essere davvero utile per saper scegliere le stoffe migliori per i vostri progetti.
Prima di tutto, le due principali categorie di stoffe sono quelle tessute e quelle a maglia o magline.
Le stoffe tessute sono fatte da una serie di fili verticali (nel senso della lunghezza della stoffa) che creano il cosiddetto ordito. C’è poi un’altra serie di fili che va orizzontalmente avanti e indietro nella stoffa passando sopra e sotto ciascuno dei fili dell’ordito e che viene chiamata trama. In base al tipo di filato usato, è possibile creare una grandissima varietà di stoffe tessute con diverse trame e pesi. Per una panoramica sui diversi tipi di stoffe, le loro caratteristiche e come utilizzarle, date un’occhiata a quest’altro post.
I tessuti a maglia sono creati intrecciando il filo con diverse tipologie di punti che creano una sorta di circoli che si intersecano tra loro. Ecco perché le magline sono elastiche, al contrario delle stoffe tessute che sono tipicamente molto più strutturate.
Dunque la questione è: stoffe tessute o magline? Beh, ovviamente la risposta è… dipende! Prima di tutto, dovete prendere come riferimento quanto scritto sul vostro cartamodello. Di solito i cartamodelli sono fatti o per stoffe tessute o per magline e non sono intercambiabili (anche se in alcuni casi possono essere adattati ad entrambe). La ragione è semplice: i cartamodelli che sono disegnati per magline tengono conto quanto un tessuto a maglia può cedere, quindi hanno meno vestibilità (ovvero la quantità di margine del cartamodello rispetto alle misure del corpo). Delle volte il margine è zero o perfino negativo in modo che l’indumento possa essere ben attillato. D’altra parte, i cartamodelli fatti per stoffe tessute tengono conto sia delle misure del corpo che di una certa vestibilità aggiuntiva in modo da poter essere in grado di muoverci e… respirare! Quindi, se usate un cartamodello per magline con una stoffa tessuta potreste non essere poi in grado di indossare l’indumento finito perché è troppo stretto. Allo stesso modo, se abbinate una maglina con un cartamodello fatto per stoffe tessute potreste finire per ottenere un indumento che è decisamente troppo largo per il vostro corpo. Ovviamente, esiste anche una via di mezzo. Magari il vostro cartamodello per magline ha uno stile più morbido, in questo caso potrebbe funzionare anche con una stoffa tessuta. Semplicemente, usate sempre il vostro intuito e tenete d’occhio anche le misure dell’indumento finito riportate sul cartamodello per verificare la vestibilità inclusa dal designer.
Stoffe tessute e magline richiedono anche approcci un po’ differenti nel taglio e cucito. Spesso la gente tende a pensare che lavorare con le magline sia molto più complesso rispetto alle stoffe tessute. Secondo la mia esperienza, posso annunciarvi con gioia che non è affatto vero! Dipende sempre dal tipo di stoffa. Per esempio, lavorare con magline di cotone può essere davvero una delizia! Sono stabili, facili da tagliare e non si sfilacciano affatto, quindi non dovete nemmeno preoccuparvi della finitura delle cuciture se non ne avete alcuna voglia! In più, è assolutamente sbagliato pensare che per cucire una maglina sia necessaria una tagliacuci. A dire il vero, potete creare fantastici indumenti con il solo aiuto della vostra macchina da cucire. C’è solo bisogno di un po’ di attenzione in più per gestire questo tipo di stoffa, sapendo qual è l’ago migliore o i tipi di punti che rendono meglio.
Dunque… adesso che ne sapete un po’ di più su come distinguere stoffe tessute da magline e che siete fiduciose di poter affrontare qualunque progetto, correte al negozio di tessuti più vicino e buon divertimento!
Aspettate però, prima di andare, un’altra cosa che dovete proprio sapere sui tessuti è cos’è il drittofilo e come riconoscerlo sulla stoffa. Da brave sartine provette, avrete sicuramente sentito tanto parlare di drittofilo e l’avrete anche sicuramente visto marcato sui vostri cartamodelli, ma di solito non si capisce bene cosa sia e a cosa serva finché non finisce per essere utilizzato nel modo sbagliato! La marcatura del drittofilo indicata su un cartamodello definisce il modo in cui il cartamodello deve essere posizionato sulla stoffa per il taglio. Ma perché dobbiamo proprio preoccuparcene? Abbiamo visto che i tessuti sono creati con fili di trama (verticali) e ordito (orizzontali). Per via del modo in cui sono intrecciati, la trama è sempre più resistente e non è elastica quanto l’ordito. Questo dà alle stoffe tessute una “direzione preferenziale” di lavoro. Il drittofilo di un tessuto è la direzione che va parallela al lato meno elasticizzato, cioè la trama, mentre l’altezza della stoffa è ad esso perpendicolare. Un modo facile per individuare il drittofilo è guardando la cimosa (selvedge in inglese), ovvero il lato della stoffa che è già rifinito ed è perpendicolare al taglio della stoffa. In alcuni tipi di magline il drittofilo può essere facilmente riconosciuto come il lato con minore elasticità.
Il drittofilo è tipicamente segnato sul cartamodello con una doppia freccia. Per posizionare correttamente il cartamodello sulla stoffa, assicuratevi che la linea del drittofilo sia parallela alle cimose. Se un particolare pezzo del cartamodello presenta qualcosa tipo “tagliare sulla piega” (cut on the fold per cartamodelli in inglese), allora il drittofilo deve coincidere con la linea di piegatura. In questo caso, piegate la stoffa nel senso della lunghezza con le due cimose sovrapposte e posizionate il cartamodello esattamente sulla piega.
La scelta del drittofilo per un indumento è parte del lavoro del designer e influenza fortemente il modo in cui il capo finito “cade” sul corpo. Per esempio, è sicuramente da evitare che la vostra gonna sia elasticizzata nel senso della lunghezza mentre volete sicuramente che lo sia nell’altro senso per darvi un po’ di vestibilità sui fianchi quando dovete sedervi. Quindi, il drittofilo è tipicamente scelto in base a quanto quella parte di indumento debba mantenere la sua forma originale e quanto debba essere resistente ai nostri movimenti. A volte il drittofilo è posizionato in maniera alternativa come scelta personale del designer per ottenere uno stile particolare. Un esempio sono gli indumenti tagliati sullo sbieco della stoffa (ovvero a 45° rispetto al drittofilo). Lo sbieco è la direzione in cui i tessuti sono più elastici, per cui tagliare sullo sbieco da al capo la possibilità di essere più flessibile. Un tipico esempio sono le gonne svasate tagliate sullo sbieco in cui la direzione di taglio crea quell’effetto a onde molto carino!
Beh, direi che questo è tutto per quanto riguarda le basi dei tessuti ed il drittofilo. Se volete approfondire l’argomento potete dare un’occhiata all’articolo (in inglese) di Sandra Betzina: una guida facile da seguire sul taglio della stoffa.
Oh, e ovviamente non perdetevi in futuro i miei post su come capire ed usare i vostri cartamodelli preferiti con un bonus per come interpretare i cartamodelli disponibili solo in lingua inglese. Con qualche suggerimento, non ci saranno più barriere linguistiche tra voi e i vostri sogni di cucito!